Bocciata la ISO 45001: necessarie ulteriori modifiche
Il 12 maggio scorso, si è tenuta la riunione per il passaggio allo stato di bozza finale (ISO/FDIS 45001) e per decidere la sua eventuale data di pubblicazione; ma così non è stato. 64 organismi nazionali dell’ISO (International Organization for Standardization) hanno rigettato la bozza ISO/DIS 45001. Il rigetto era stato già voluto dalle maggiori associazioni sindacali a livello italiano (CGIL, CISL, UIL) in quanto la futura norma sulla gestione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro non aveva chiaro quale fosse il suo obiettivo principale, le debolezze espresse dalle numerose organizzazioni sono:
- un Sistema di Gestione non dovrebbe sostituire la valutazione del rischio, né deve modificare l’approccio basato sulla prevenzione dei rischi realizzata attraverso la consultazione e il Dialogo Sociale;
- i Sistemi di Gestione strutturati come prevede la ISO/DIS 45001 sono finalizzati maggiormente alla Certificazione e l’autoregolamentazione, piuttosto che ad una efficace prevenzione dei rischi;
- i Sistemi di Gestione richiedono alle organizzazioni di definire ed implementare processi (verificabili), ma senza specificare gli obiettivi sostanziali per realizzare maggiore salute e sicurezza sul lavoro, portando a concentrarsi più sui processi piuttosto che sui risultati.
La preoccupazione è che le aziende e i professionisti della sicurezza si pongano come obiettivo quello di ottenere la certificazione ISO 45001 piuttosto che controllare i rischi nei luoghi di lavoro, inoltre l’attuale formulazione riduce sensibilmente il ruolo di rappresentanza dei lavoratori su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, altro punto a sfavore è che la norma viene certificata da organismi privati, con conseguente indebolimento delle strutture pubbliche.
Inoltre, se la norma fosse stata approvata, avrebbe avuto impatti negativi sulla legislazione di tutti i Paesi UE che si rifanno alla direttiva quadro del 1989, in quanto, scopo della direttiva, è quella di una gestione molto più ampia di un sistema di gestione ed include altre aree come la sorveglianza sanitaria. Il DIS non si poneva in contrasto con la normativa europea in linea di principio, ma l’approccio era quello di spostarsi da un modello di prevenzione basato sulla valutazione del rischio, attraverso la consultazione, il dialogo sociale e le relazioni industriali, alla
richiesta della certificazione, a discapito del ruolo sindacale e della tutela dei diritti sul lavoro.
La norma quindi è da rivedere, prossimi aggiornamenti arriveranno dalla ILO e dalla ISO. Restate con noi per ulteriori sviluppi!