Inizialmente appannaggio esclusivo delle università telematiche e per anni considerata una formazione di serie B, la metodologia alternativa dell’e-learning acquista credibilità e ha il suo momento di riscatto, tanto da essere utilizzata da un numero crescente di atenei tradizionali che ne usufruiscono anche per integrare la didattica in presenza.

Il salto arriva dal Ministero dell’Istruzione che hanno finalizzato un obiettivo preciso:  assicurare una formazione e-learning di qualità. Un’iniziativa che impatta non solo sugli atenei tradizionali ma anche su quelli telematici che per vocazione sono i primi erogatori di e-learning. Il futuro pacchetto di norme sarà indirizzato proprio a quest’ultimi, ci stanno lavorando infatti l’Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario (Anvur) e il Ministero che stringerà maggiormente il cerchio dei requisiti minimi necessari per il loro accreditamento.

Il futuro dell’e-learning e le novità principali per chi eroga formazione a distanza sono contenute nel recente decreto ministeriale sulla programmazione triennale (Linee generali d’indirizzo della programmazione delle Università 2016-2018 e indicatori per la valutazione periodica dei risultati) pubblicato in Gazzetta ufficiale n.222 del 22 settembre 2016 e che fissa, per la prima volta, il principio secondo il quale i corsi di laurea che prevedono particolari attività pratiche, di tirocinio o laboratori non possono essere erogati in modalità telematica, se non in convenzione con atenei tradizionali o, in alcuni casi autorizzati dal Consiglio universitario con soggetti esterni qualificati che certifichino la possibilità effettiva di utilizzare strutture adeguate al conseguimento degli obiettivi formativi dichiarati.