Distanze di sicurezza e prevenzione degli infortuni
La “Suva”, agenzia svizzera per l’assicurazione e la prevenzione degli infortuni, ha di recente pubblicato un opuscolo dal titolo “Distanze di sicurezza e prevenzione degli infortuni. Distanze di sicurezza secondo le norme EN 349 e EN ISO 13857”.
Lo studio riguarda, quindi, le distanze di sicurezza in relazione all’uso di macchinari e ha lo scopo di impedire il contatto dei lavoratori con gli organi pericolosi.
Il documento, ricco di immagini e tabelle, indica innanzitutto che le distanze di sicurezza servono a tutelare l’integrità fisica dei lavoratori e a tenerli lontani dalle zone di pericolo. Tuttavia, tali distanze possono esercitare la loro funzione di protezione solo se sono correttamente dimensionate. E per dimensionarle in modo idoneo sono riportate alcune distanze di sicurezza importanti conformi alle norme EN 349 ed EN ISO 13857.
La scelta della distanza di sicurezza, cioè la minima distanza alla quale una struttura di protezione deve essere collocata rispetto ad una zona pericolosa, deve tener conto delle parti del corpo che possono raggiungere gli elementi pericolosi e in alcuni casi del livello di rischio.
Le parti del corpo a cui le distanze di sicurezza fanno riferimento sono gli arti superiori ed inferiori.
L’ultima parte del documento riguarda gli spazi minimi per evitare lo schiacciamento per le diverse parti del corpo (norma EN 349). Lo schiacciamento può avvenire tra due parti mobili che si muovono l’una verso l’altra o tra una parte mobile e una parte fissa. Gli spazi minimi garantiscono la sicurezza dell’operatore contro i rischi derivanti dai pericoli di schiacciamento e non contro altri possibili pericoli quali, per esempio, urto, cesoiamento, trascinamento.