Cosa sono e qual è la differenza?

Reskilling e Upskilling: le ennesime parole di origine anglosassone che si insidiano nel nostro vocabolario di uso quotidiano.

Avrai probabilmente sentito parlare di skills, in ambito lavorativo o guardando una partita di calcio.

Nel corso del tempo il termine skill ha acquisito il significato di conoscenza, ad oggi utilizzato per indicare le abilità, abilità di saper fare qualcosa bene, o più semplicemente abilità specifica. In quest’ottica, le skill non sono delle doti innate ma delle competenze acquisite.

Intuibilmente, reskilling e upskilling sono termini che derivano dalla parola skill. Entrambe, infatti, indicano un percorso di apprendimento ma c’è una sottile differenza tra le due.

Il reskilling è un processo di apprendimento più profondo che mira ad acquisire competenze completamente nuove per poter svolgere un ruolo diverso. È come imparare a guidare un mezzo diverso dalla propria automobile, con regole e comandi diversi. Un esempio pratico del mondo del lavoro è un social media manager che si specializza in programmazione per la creazione di un sito web. Il professionista sta facendo reskilling.

L’upskilling, invece, è un processo di miglioramento delle competenze esistenti. È come potenziare la propria auto aggiungendo nuove funzionalità o imparando a sfruttare meglio quelle già presenti. Un programmatore che impara un nuovo linguaggio di programmazione sta facendo upskilling.

Sia il reskilling che l’upskilling sono cruciali per rimanere competitivi nel mercato del lavoro in continua evoluzione e sopperire all’esigenza di competenze da parte delle aziende. Risultano processi fondamentali soprattutto se consideriamo il contesto lavorativo attuale: con l’automazione che sostituisce i lavori manuali ed una moltitudine di passaggi, la domanda di lavoratori con competenze digitali, capacità di problem solving e pensiero critico sta crescendo esponenzialmente.

Il panorama del lavoro sta cambiando a un ritmo vertiginoso. L’automazione e la digitalizzazione stanno trasformando interi settori, rendendo obsolete alcune competenze e creando la necessità di acquisirne di nuove. In questo contesto, reskilling e upskilling stanno emergendo come concetti chiave per la sopravvivenza professionale.

Reskilling e Upskilling: la chiave per navigare il futuro del lavoro

Investire in reskilling e upskilling porta benefici sia alle aziende che ai lavoratori. Le aziende possono aumentare la produttività, adattarsi più rapidamente ai cambiamenti del mercato e trattenere i talenti migliori. I lavoratori possono aumentare le proprie possibilità di carriera, guadagnare di più e sentirsi più sicuri del proprio futuro professionale.

Il reskilling e l’upskilling non sono eventi una tantum, ma piuttosto un impegno continuo verso la formazione professionale. In particolar modo, con il continuo sviluppo della tecnologia e l’evoluzione delle modalità lavorative, la necessità di imparare e aggiornarsi costantemente diventa sempre più importante.

Restare al passo con le evoluzioni del lavoro non è solo una responsabilità individuale, ma anche un’opportunità. Imparare nuove competenze è un investimento nel proprio futuro professionale e una garanzia di crescita e soddisfazione lavorativa.