A partire dal 25 settembre 2024, entrano ufficialmente in vigore le nuove disposizioni in materia di rendicontazione societaria di sostenibilità. Questi obblighi riguardano le grandi imprese, i gruppi di grandi dimensioni e le piccole e medie imprese quotate, con l’esclusione delle micro-imprese. L’obiettivo principale è quello di migliorare la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni sulla sostenibilità, al fine di facilitare una valutazione più precisa delle aziende da parte di investitori, istituzioni finanziarie, enti governativi e consumatori.

Queste nuove regole sono sancite dal decreto legislativo n.125 del 6 settembre 2024, che recepisce la direttiva europea 2022/2464, nota come Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). La CSRD ha apportato modifiche importanti a diverse normative comunitarie, tra cui il regolamento 537/2014/Ue e le direttive 2004/109/Ce, 2006/43/Ce e 2013/34/Ue.

Rendicontazione di sostenibilità e impatti normativi

Il decreto non si limita a stabilire gli obblighi di informativa minima in materia di sostenibilità all’interno dei bilanci aziendali, ma incide anche su altri ambiti normativi, come il codice civile. In particolare, introduce nuove soglie per la classificazione dimensionale delle imprese, sia per il bilancio in forma abbreviata che per le micro-imprese. Inoltre, il decreto modifica la disciplina della revisione legale (d.lgs. 27 gennaio 2010, n. 39), introducendo la figura del “revisore della sostenibilità”, il quale sarà incaricato di verificare la conformità delle informazioni sulla sostenibilità fornite dalle aziende.

Questo nuovo ruolo implicherà anche obblighi di formazione continua per i revisori. Infatti, i professionisti che si occupano della revisione della rendicontazione di sostenibilità dovranno acquisire almeno 25 crediti formativi all’anno, di cui 10 specificamente dedicati alla revisione legale e 10 focalizzati sulla sostenibilità.

Applicazione e tempistiche

L’obbligo di rendicontazione di sostenibilità parte formalmente dal 25 settembre 2024, ma per molte società, tra cui le PMI quotate, l’applicazione effettiva è posticipata al 2026. Il decreto si applica alle società per azioni (spa), società a responsabilità limitata (srl), società in accomandita per azioni (sapa), così come alle società in nome collettivo (snc) e in accomandita semplice (sas) che abbiano tra i soci delle società di capitali. Le micro-imprese, anche se con titoli quotati, rimangono esenti dall’obbligo di rendicontazione. Tuttavia, il provvedimento include anche le imprese assicurative e gli enti creditizi.

Cosa prevede la rendicontazione di sostenibilità

La rendicontazione di sostenibilità dovrà essere integrata nella relazione sulla gestione aziendale, secondo l’articolo 2428 del codice civile, e costituirà una sezione specifica e chiaramente identificata. Tra i principali contenuti che dovranno essere riportati nella relazione, si includono una breve descrizione del modello di business e della strategia aziendale rispetto ai rischi legati alla sostenibilità, gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per il 2030 e il 2050 e i risultati previsti. Sarà inoltre richiesto di fornire informazioni sul ruolo degli organi di amministrazione e controllo in relazione alle questioni di sostenibilità e sulle loro competenze in merito.

Nuovi limiti dimensionali per bilanci abbreviati e micro-imprese

Un altro cambiamento significativo introdotto dal decreto riguarda l’innalzamento delle soglie dimensionali per le imprese che possono redigere il bilancio in forma abbreviata o essere considerate micro-imprese. Per i bilanci in forma abbreviata, i nuovi limiti sono:

  • Attivo di stato patrimoniale: da 4.400.000 a 5.500.000 euro;
  • Ricavi: da 8.800.000 a 11.000.000 euro;
  • Dipendenti: massimo 50 unità.

Per quanto riguarda le micro-imprese, i nuovi parametri sono:

  • Attivo di stato patrimoniale: da 175.000 a 220.000 euro;
  • Ricavi: da 350.000 a 440.000 euro;
  • Dipendenti: massimo 5 unità

Revisione della rendicontazione di sostenibilità

La revisione della rendicontazione di sostenibilità sarà effettuata dal revisore legale, che potrà essere lo stesso soggetto incaricato della revisione del bilancio. Il revisore dovrà esprimere un giudizio sulla conformità delle informazioni fornite rispetto alle norme previste dal decreto, e sarà soggetto a sanzioni in caso di violazioni.

In conclusione, l’entrata in vigore di questi obblighi segna un importante passo avanti verso una maggiore trasparenza e responsabilità delle imprese in materia di sostenibilità, con effetti non solo sulla rendicontazione finanziaria, ma anche sulla governance e sulla gestione dei rischi legati alle tematiche ambientali e sociali.