Tragedia a Calenzano: esplosione al deposito Eni, due morti e decine di feriti
Un incidente sul lavoro devastante ha scosso Calenzano questa mattina, quando un’esplosione al deposito Eni ha causato morte, feriti e ingenti danni. La deflagrazione, avvenuta presso il deposito Eni di carburante, ha causato la morte di almeno due persone e il ferimento di ventisei, due dei quali in gravi condizioni per ustioni estese. Altre tre persone risultano ancora disperse, mentre i soccorritori continuano a scavare tra le macerie.
L’aria, carica di un odore acre, ha costretto gli abitanti della zona a indossare mascherine, mentre una colonna di fumo nero si alzava verso il cielo, visibile a chilometri di distanza. Le autorità hanno chiesto alla popolazione di mantenere le finestre chiuse e di evitare l’area, con la Protezione Civile che ha emesso un’allerta per un raggio di cinque chilometri.
Le vittime e le cause dell’incidente
Le vittime accertate sono camionisti che si trovavano nel deposito con le loro autobotti per il rifornimento. Tra loro, Vincenzo Martinelli, residente a Prato ma originario di Napoli, è stato il primo identificato. Per il secondo cadavere, sarà necessario l’esame del DNA. Secondo le prime ricostruzioni, una perdita di benzina o la fuoriuscita di vapori avrebbe innescato l’esplosione, provocando una reazione a catena che ha coinvolto gli autocarri, incendiato la pensilina e fatto crollare parte dell’edificio direzionale.
“La scena è indescrivibile,” ha dichiarato il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani. “È una distruzione totale. Pensare a chi lavorava lì in quel momento è straziante. Era come trovarsi all’inferno.”
Emergenza e intervento dei soccorsi
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno domato le fiamme e iniziato il recupero dei corpi. Gli ospedali della zona, tra cui il policlinico Careggi, hanno attivato un piano straordinario per gestire il massiccio afflusso di feriti. Una decina di persone sono state trasportate in ambulanza, mentre diciassette si sono recate spontaneamente ai pronto soccorso con ferite lievi o traumi. Due pazienti gravemente ustionati sono stati trasferiti in centri specializzati, tra cui uno a Pisa.
Le testimonianze dei sopravvissuti dipingono una scena apocalittica. “Sembrava un tuono che ci attraversava,” ha raccontato uno dei feriti. “I vetri del nostro ufficio sono esplosi e ci hanno colpito. Sono ancora stordito.” Un altro ha descritto come il proprio furgone sia stato sollevato da terra di due metri.
Conseguenze e indagini
L’esplosione ha avuto un impatto devastante anche sulla viabilità: il tratto dell’autostrada A1 vicino al deposito è stato chiuso in entrambe le direzioni per ore, e alcune linee ferroviarie sono state sospese. Intanto, la procura di Prato ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità, ascoltando testimoni presenti al momento dell’incidente.
Il cordoglio per le vittime e i feriti è arrivato dalle più alte cariche istituzionali, con messaggi del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Premier Giorgia Meloni e della presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola.
Mentre la città cerca di riprendersi, resta il dolore per l’ennesima tragedia sul lavoro, in un bollettino di “morti bianche” che non smette di aggiornarsi.