Sanità e assistenza sociale: cosa ci raccontano gli ultimi dati INAIL
Il settore della sanità e assistenza sociale è al centro del nuovo numero del periodico Dati Inail, che offre un quadro aggiornato su infortuni e malattie professionali, oltre a evidenziare temi cruciali come il rischio aggressioni e le novità legislative per la protezione dei lavoratori. Un approfondimento particolarmente interessante riguarda l’impatto della pandemia nel quinquennio 2019-2023, periodo che ha visto il personale sanitario affrontare sfide senza precedenti.
Dati Inail: cinque anni segnati dall’effetto Covid-19
I numeri raccontano una realtà complessa. Nel 2023, più di 1,76 milioni di lavoratori erano impiegati in 94.222 aziende del settore, pari a oltre il 9% di tutti gli occupati nell’Industria e Servizi. Nello stesso anno, sono stati denunciati oltre 55.000 infortuni sul lavoro, rappresentando il 12% del totale del comparto.
Il quinquennio è stato fortemente influenzato dalla pandemia: nel 2020, i contagi professionali hanno fatto triplicare le denunce, portandole a 167.000 casi. Dopo un calo nel 2021, la riacutizzazione del virus ha causato un nuovo picco nel 2022 con oltre 146.000 segnalazioni. Il 2023 ha registrato il dato più basso in termini di decessi, con 25 vittime, contro le drammatiche 215 del 2020.
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Donne e lavoratori stranieri: le categorie più colpite
Le lavoratrici rappresentano il 75% degli infortuni denunciati, un dato coerente con la forte presenza femminile nel settore. Tra i lavoratori stranieri, rumeni, peruviani, albanesi e marocchini sono i più coinvolti. Inoltre, il 21% degli incidenti avviene in itinere, una percentuale superiore di tre punti rispetto al resto dell’Industria e Servizi.
Professioni in prima linea: i rischi maggiori per infermieri e ostetriche
Le categorie più a rischio includono:
- Infermieri e ostetriche: Coinvolti nel 30% degli incidenti.
- Operatori sociosanitari e assistenti: 25% degli infortuni.
- Personale riabilitativo e autisti: Colpiti in misura minore.
Tra le lesioni più comuni figurano contusioni, distorsioni e lesioni alla mano e alla colonna vertebrale.
Aggressioni sul lavoro: un fenomeno preoccupante
Con un incidente su 10 dovuto ad aggressioni, il settore della Sanità registra un dato triplo rispetto alla media dell’Industria e Servizi. La legge n. 113/2020, mirata alla tutela degli operatori sanitari, e l’istituzione di un Osservatorio nazionale testimoniano l’urgenza del problema. Nel 2023, gli infortuni da aggressione sono stati 2.500, in crescita del 3% rispetto al 2022.
Malattie professionali in aumento e prospettive future
Le malattie professionali, dopo un calo significativo nel 2020, sono aumentate fino a raggiungere i 3.529 casi nel 2023, segnando un +16% rispetto al 2022. Le patologie più comuni colpiscono il sistema osteomuscolare e il tessuto connettivo, con una netta prevalenza femminile (80% dei casi). Il Nord-Est registra il picco massimo di denunce tra le donne (90%).
I dati dimostrano l’importanza di interventi mirati per tutelare i lavoratori del settore, con un’attenzione particolare alla prevenzione di infortuni e aggressioni, nonché alla gestione delle malattie professionali. La sensibilizzazione e il supporto normativo restano elementi chiave per migliorare le condizioni di lavoro in un ambito cruciale per la società.