Il Fisco Penalizza le PMI Indebitate: Deducibilità Limitata per gli Interessi Passivi
Report sulle Statistiche Fiscali IRES 2022: Le PMI Penalizzate
Il Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato, lo scorso 27 febbraio 2024, il report sulle statistiche fiscali IRES per l’anno 2022. Dai dati emerge una chiara penalizzazione per le piccole e medie imprese (PMI) che si indebitano.
Nel 2022, le imprese con un volume d’affari fino a 200.000 euro hanno potuto dedurre in media solo il 14,09% degli interessi passivi di competenza dell’anno. La percentuale aumenta leggermente per le aziende con fatturati superiori:
27,65% di deducibilità per le imprese con volume d’affari tra 200.000 e 515.000 euro
36,21% di deducibilità per le imprese con fatturato fino a 2 milioni di euro
Parallelamente, la quota complessiva degli interessi passivi di competenza del periodo d’imposta è aumentata del 33,4% rispetto al 2021, raggiungendo un totale di 45,5 miliardi di euro. Questo incremento ha portato a una maggiore deduzione degli interessi nel limite degli interessi attivi corrisposti (+56%) e di quelli calcolati nel limite del ROL (+22,2%).
Limitazioni Fiscali e Impatto sulla Deducibilità
Come Funzionano le Regole Fiscali sulla Deducibilità degli Interessi Passivi?
Le restrizioni fiscali che limitano la deducibilità degli interessi passivi sono disciplinate dall’articolo 96 del DPR 917/1986 (Testo Unico delle Imposte sui Redditi – TUIR). In base a questa normativa, gli interessi passivi sono deducibili fino all’ammontare degli interessi attivi di competenza dell’anno in corso, oltre all’eventuale eccedenza riportata da anni precedenti.
Se gli interessi passivi superano questa soglia, la loro deduzione è consentita solo entro il 30% del Reddito Operativo Lordo (ROL) fiscale, includendo il riporto del ROL non utilizzato nei cinque anni precedenti.
L’Impatto delle Limitazioni sulle Imprese
Queste restrizioni hanno determinato, nel 2022, l’impossibilità per le società soggette a IRES di dedurre 42,5 miliardi di euro di interessi passivi. Questo importo rappresenta il 51% degli interessi passivi totali corrisposti, includendo anche quelli riportati da anni fiscali precedenti.
Nello specifico:
- 8,6 miliardi di euro sono stati indicati come indeducibili di periodo, segnalati nel quadro RF della dichiarazione fiscale come variazione in aumento.
- 3 miliardi di euro sono stati trasferiti al consolidato fiscale per eventuali rettifiche della dichiarazione della capogruppo.
Le Grandi Imprese Ne Beneficiano
Se le PMI faticano a dedurre gli interessi passivi, la situazione appare decisamente più favorevole per le grandi imprese. Queste aziende riescono a scaricare fino al 70,78% degli interessi di competenza dell’anno. In particolare, il vantaggio fiscale è più evidente per le società con un volume d’affari compreso tra 5,165 e 25 milioni di euro.
Nel 2022, gli interessi passivi iscritti nei bilanci aziendali hanno raggiunto 45,5 miliardi di euro (+33% rispetto al 2021). Tuttavia, il valore degli interessi riportabili negli anni successivi è sceso a 37,3 miliardi di euro, segnando un calo dell’1,5% rispetto all’anno precedente.
Dedurre gli Interessi Passivi: Il Governo Studia Modifiche
Nel documento del MEF viene sottolineato che, nel 2022, circa 17,5 miliardi di euro di interessi passivi sono stati dedotti perché rientravano nei limiti degli interessi attivi, segnando un incremento del +56% rispetto al 2021. Inoltre, 22,9 miliardi di euro sono stati dedotti nei limiti del 30% del ROL, con un aumento del +22,2% rispetto all’anno precedente.
Di fronte a questa situazione, il Governo ha già preso in considerazione un possibile intervento. La legge delega per la riforma fiscale (Legge 111/2023) prevede la possibilità di modificare le normative attuali, introducendo specifiche franchigie dimensionali per le imprese.
L’obiettivo è consentire, per alcune aziende, la deducibilità integrale degli interessi passivi, eliminando i vincoli dell’articolo 96 del TUIR.
Una Deducibilità Fiscale Disequilibrata
Il report del MEF evidenzia come le PMI risultino penalizzate dalle restrizioni fiscali sulla deducibilità degli interessi passivi, mentre le grandi imprese riescono a beneficiare di una maggiore flessibilità.
Le attuali normative fiscali impongono limiti rigidi che, per molte piccole e medie imprese, si traducono in maggiori costi finanziari e minori agevolazioni fiscali.
Tuttavia, il Governo sta valutando nuove soluzioni per riequilibrare il sistema, garantendo maggiore equità fiscale e supporto alle aziende di minori dimensioni. Resta da vedere quali misure verranno adottate e in che modo incideranno sul panorama fiscale italiano nei prossimi anni.