IA in azienda, il controllo resta umano: nuove Linee Guida del Ministero del Lavoro
IA in azienda, il controllo resta umano: nuove Linee Guida del Ministero del Lavoro
Nel cuore del dibattito sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato in consultazione pubblica un documento fondamentale: le Linee Guida per l’implementazione dell’Intelligenza Artificiale in ambito lavorativo. Un punto fermo, tra i molti toccati dal testo, riguarda il ruolo imprescindibile della supervisione umana sui processi automatizzati.
Supervisione umana: principio cardine
Le Linee Guida stabiliscono con chiarezza che ogni decisione generata autonomamente da sistemi intelligenti dovrà essere sempre sottoposta a un vaglio da parte di un operatore umano. Si tratta di una sorveglianza attiva e costante, che mira a garantire la trasparenza, il rispetto della privacy e, soprattutto, la correttezza delle decisioni assunte dalle tecnologie digitali nei confronti di lavoratori, clienti e stakeholder.
Questo principio si aggancia direttamente al Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR – n. 2016/679), che impone già limiti precisi alle decisioni totalmente automatizzate.
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Decisioni critiche? Serve il giudizio umano
Secondo il documento ministeriale, le aziende devono impegnarsi a non demandare scelte rilevanti esclusivamente agli algoritmi. Ogni risultato prodotto da sistemi IA – specialmente se incide su aspetti sensibili come assunzioni, licenziamenti o valutazioni di performance – dovrà essere convalidato da figure professionali in grado di comprenderne il funzionamento e le possibili implicazioni.
Contratti ad hoc per i supervisori dell’IA
Proprio per rafforzare questa funzione di controllo, le Linee Guida pongono l’accento sulla necessità di introdurre contratti di lavoro specifici per i supervisori umani. Non si tratterà di semplici operatori, ma di figure dotate di autonomia decisionale, svincolate da pressioni gerarchiche e protette da eventuali ripercussioni per aver contestato decisioni automatizzate o bloccato, se necessario, il funzionamento del sistema IA.
Questa nuova figura professionale dovrà quindi essere in grado di:
- Intervenire sul processo automatizzato fino a sospenderlo;
- Riconoscere e correggere errori sistemici o valutazioni scorrette;
- Operare in condizioni di assenza di conflitto di interesse;
- Collaborare con il Responsabile della protezione dei dati (DPO), pur non potendo ricoprire entrambi i ruoli.
Trasparenza e diritto all’informazione per i lavoratori
Un altro passaggio centrale delle Linee Guida riguarda i diritti dei lavoratori: ogni dipendente dovrà essere informato in modo chiaro e tempestivo su quando e in che modo viene utilizzata l’IA nei processi aziendali. Questo per consentire loro di esercitare il diritto di opposizione, in particolare in caso di valutazioni ritenute ingiustificate o erronee.
Con queste Linee Guida, l’Italia si avvia a definire una cornice normativa più solida e responsabile per l’uso dell’intelligenza artificiale in contesto aziendale. Un passaggio cruciale per bilanciare l’innovazione tecnologica con la tutela dei diritti umani e lavorativi.